2007-10-16 14:56:25

Presentata alla Radio Vaticana la 45^ Settimana Sociale dei cattolici italiani


Quale contributo i cattolici italiani possono ancora dare alla vita sociale e politica del Paese? Su questo tema si concentreranno gli incontri della 45.ma Settimana Sociale che si aprirà giovedì a Pistoia per proseguire fino a domenica a Pisa. Quest’anno ricorrono i 100 anni sociali e c’è attesa per quanto emergerà dai dibattiti. Alessandro Guarasci.RealAudioMP3


Cento anni fa Giuseppe Toniolo diede il via alla prima Settimana Sociale. Durante questo periodo l’Italia ha visto stravolgimenti sociali e politici, ma i cattolici hanno sempre avuto un ruolo centrale. Il tema del bene comune è ritornato più volte in questi cento anni ed è stato riproposto per la Settimana 2007, come spiega mons. Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea e presidente del Comitato Scientifico e Organizzatore:

 
R. – Il tema è stato scelto tenendo conto della situazione del Paese e anche tenendo conto della maturazione del dibattito che è avvenuto nella Chiesa italiana, in modo particolare nel convegno di Verona dell’anno scorso, sia degli inviti del Santo Padre Benedetto XVI per l’impegno dei laici cattolici, sia della relazione conclusiva del cardinale Ruini ed anche dei problemi attuali. Nel documento preparatorio vengono chiamati con nome e cognome alcuni problemi attuali del Paese. Tra l’altro, il discorso del welfare è cronaca di questi giorni, ad esempio.

 
Nei quattro giorni di incontri interverranno 32 relatori. Ad ascoltarli 1000 delegati, tra cui 65 vescovi, in rappresentanza di 160 diocesi. I cattolici devono e ancora possono infondere la società italiana dei valori dei quali si fanno portatori. Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte Costituzionale:

 
R. – Con due linee: quella della riflessione e dell’elaborazione culturale e quella dell’azione, che sia coerente con l’elaborazione culturale. Un impegno, quindi, a pensare e a fare.

 
D. – Non c’è rischio che i cattolici si sentano subalterni ad una cultura laicista, che, purtroppo, sembra crescere?

 
R. – Non credo. I cattolici hanno dato un contributo decisivo al nostro Stato, storicamente ed anche nell’epoca presente. Credo che questo contributo continuerà ad essere dato, quali che siano le diverse condizioni nelle quali si opera.

 
Un discorso questo che vale non solo in politica, ma anche in economia, dove i cattolici devono puntare sempre più al bene comune, anche a scapito del profitto individuale, per cercare anche di intervenire sulle nuove povertà. Stefano Zamagni, economista dell’università di Bologna:

 
R. – Aver perso di vista la prospettiva del bene comune oggi è il più grave impedimento al progresso. E’ inutile dire “c’è il progresso, bisogna liberalizzare”. Se coloro che temono di perdere si coalizzano, usando lo strumento democratico, bloccano, come appunto vediamo nel nostro Paese.

 
Tra gli appuntamenti di rilievo, la giornata di apertura, nella cattedrale di Pistoia, che vedrà intervenire tra gli altri, il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, mons. Angelo Bagnasco.







All the contents on this site are copyrighted ©.